Associazioni artistiche e mercato dell'arte

15.12.2013 22:56
In molte città nell'800 furono fondate associazioni artistiche che organizzavano concerti o altre attività e che mettevano a disposizione degli artisti il ricavato di tali eventi. Queste associazioni, cui appartenevano uomini della borghesia colta, si distinguevano dalle precedenti poiché si concentravano intorno ad un unico artista. Ad esse si contrapponevano altre associazioni che invece cercavano di diffondere l'arte nelle facoltose classi medie, e ad esse facevano ricorso gli artisti meno noti cercando di lanciare le proprie opere.
 
La crescente solerzia artistica della borghesia era un dato di fatto, sia frutto del portafogli più gonfio che permetteva loro di spendere soldi per l'arte, sia frutto del valore che l'arte aveva acquisito nell'universo dei valori borghesi. A ciò contribuirono nuovi mezzi di diffusione come riviste di arte per famiglie, storici e critici dell'arte che stabilirono una rete letteraria europea. Questo fatto turbò molto gli artisti che adesso dipendevano unicamente dalla critica, poiché era essa a guidare la massa che si limitava a leggere dei quadri e a guardarli dal punto di vista intellettuale, privo di sensazioni. Ciò comunque riuscì a ingrandire il mercato dell'arte permettendo bene o male a tutti gli artisti di mantenersi, così crolla il topos dell'artista che conduce una vita piena di affanni, e anche se pochi riuscivano a raggiungere la notorietà, tuttavia erano pochi gli artisti che rischiavano di morire di fame, anzi si avvicinavano al tenore di vita della media borghesia e ciò permetteva loro di frequentare gli stessi ambienti dei professionisti, dei medici, dei professori e degli industriali medi. Questo dimostra come l'artista non intenda affatto abbandonare le comodità della vita borghese, anzi intenda ricercarle.
 
Come si è giunti allora a coltivare un'immagine dell'artista così differente dalla realtà? Probabilmente furono gli stessi borghesi a diffondere queste credenze, poiché se l'arte doveva diventare un sostituto della religione, allora doveva essere qualcosa di unico e separato dalla vita quotidiana, e come tale anche l'artista doveva far parte di questo mondo a se. Così in un'epoca in cui non c'erano stelle del cinema o dello sport gli artisti assunsero il ruolo di dare pubblico scandalo, non rifacendosi ai canoni borghesi, portando davanti all'opinione pubblica uno spettacolo, come diceva Frederich Nietszche, una recita della"falsità con la coscienza pulita". E il pubblico la applaudiva.