Fascinazione e critica
15.12.2013 22:52
La genesi e lo sviluppo della metropoli causarono nei suoi abitanti anche polemiche, critiche e rifiuto. Oltre alle riforme moderate, come quella abitativa, cui potevano assistere i cittadini, vi erano anche quelle più nette dovute ad una vera e propria euforia creatrice che non si limitava soltanto all'architettura, ma approdava ad una visione estremamente ottimista della grande città. Ciò aveva scatenato una sorta di contro-visione che si sviluppò in quattro settori distinti: vi era il "romanticismo agrario" che vedeva nella campagna il luogo del benessere e della felicità; vi era la "retorica popolare-scientifica" sulla città che considerava pericolosa per un triplice aspetto: essa eliminava un importante fattore di selezione proteggendo i deboli; trasportava i migliori abitanti rurali in un luogo a loro ostile e in cui non potevano garantire profitto come facevano in campagna; e infine obbligando a mettere al mondo un basso numero di bambini rischiava di divenire la tomba della razza. Persino i sociologi criticavano la metropoli e le sue invenzioni: Sombart giudica l'orologio da polso simbolo della nuova percezione del tempo in continuo calcolare come l'economia capitalistica e riporta persino la grande differenza tra cultura del passato e cultura attuale di massa, ben più bassa della prima.
Tutte queste critiche vennero riprese e ampliate nella letteratura come in pittura, attraverso messaggi che sottolineano l'anonimità nella grande città, riassunta da Bertolt Brecht nella formula: "sparisci". I quadri degli artisti adesso rappresentano figure senza volto che si muovono in modo quasi automatico e incontrandosi non intrattengono alcuna relazione reciproca…anche questa è una visione della grande città.