L'ARTISTA

15.12.2013 22:53

Per capire il ruolo dell'artista in questo secolo possiamo rifarci alle parole di Richard Wagner che gli definisce mortali cui era stata concessa un'intuizione divina. Essi vivevano solo per la propria arte cui si dedicavano in profonda solitudine per offrire al pubblico la loro opera, ovvero il più nobile dei beni. Quest'ultimo spesso non apprezzava e si rivelava una massa orrenda fatta di uomini ignoranti, prepotenti e capricciosi, quasi mai in grado di comprendere il valore del genio artistico. Queste parole fanno bene intendere quanto l'uomo d'arte fosse legato al pubblico nella buona e nella cattiva sorte. Né aveva bisogno come compratore o mecenate, ma necessitava anche della sua adorazione per essere confermato nella propria divinità. Non poteva esistere senza di loro, anche se ogni tanto li malediceva poiché lo fraintendevano: era succube del pubblico, ma odiava questa dipendenza. Spesso gli artisti preferivano soddisfare una sola persona come un principe piuttosto che la massa, in tal modo si dovevano limitare a seguire i gusti di uno e non di molti. Nonostante ciò era sempre più difficile trovare un lavoro a corte, così l'artista si rivolgeva ad un pubblico moderno influenzato dalla critica e dagli autori concorrenti.