L'assetto europeo dopo il Congresso di Vienna

15.12.2013 22:31
Le altre "grandi potenze" continentali (impero asburgico, Prussia, Russia) ottennero invece consistenti ampliamenti territoriali. L'Austria, oltre all'acquisto di Istria e Dalmazia, si vide riconosciuto il dominio diretto sul Lombardo-Veneto e indiretto su tutta la penisola italiana. La Prussia si impossessò dei territori posti sulla riva sinistra del Reno, venendo così a confinare con la Francia; in più ottenne parte della Sassonia.
La Russia si ingrandì annettendosi il Granducato di Finlandia e il ricostituito Regno di Polonia, la corona del quale venne cinta dallo zar russo.
I territori del dissolto impero germanico furono riorganizzati in una Confederazione di trentotto stati; tra essi, però, la Prussia era messa nella condizione di svolgere un ruolo egemone. 
L'Inghilterra, che non ottenne significativi ingrandimenti territoriali in Europa, si vide comunque riconfermata l'assoluta supremazia militare e commerciale sui mari. Essa infatti mantenne Malta e Gibilterra, basi strategiche di primaria importanza per il controllo del Mediterraneo; ma soprattutto acquistò nuove colonie appartenute sia alla Francia sia all'Olanda (Ceylon, Colonia del Capo e isole Maurizio oltre a quelle che sono già state menzionate). 
Il congresso di Vienna creò inoltre intorno ai confini della Francia una cintura di stati-cuscinetto abbastanza solidi da scoraggiare ogni sua futura velleità espansionistica, soprattutto in direzione della Germania e dell'Italia. Sorse così il regno dei Paesi Bassi, formato dall'unione del Belgio e dell'Olanda.