Riforma abitativa e politica socio-sanitaria comunale
15.12.2013 22:51
Quella relativa all'igiene della città era una questione imprescindibile per tutte le forze attive nella politica comunale: "l'igiene ormai è il nemico principale del profitto", così sostenevano gli esperti, tuttavia all'atto pratico quando l'igiene richiede troppo, in termini inconciliabili con la produttività economica, essa non è più sostenibile. Intorno al 1900 esisteva già da molto tempo un congresso internazionale sui problemi dell'igiene e sulla riforma abitativa. Era necessario, sia per questioni igieniche sia sociali, che le classi possedenti cedano una somma assicurativa adeguata per proteggersi sia dalle epidemie che dalle riforme sociali che arriveranno se l'esistenza animalesca delle classi minori non cambierà. Effettivamente le paure delle classi borghesi erano fondate, in quanto la mancanza di abitazioni e la grossa somma per affittarle costringevano i più poveri a condizioni di vita alquanto disagiate. Le abitazioni venivano considerate sovraffollate solo quando ospitavano più di cinque persone in una stanza riscaldata che nel 13% delle abitazioni era una sola. La densità abitativa era quindi mostruosamente elevata, ed è sorprendente il fatto che in campagna, nonostante la situazione fosse anche peggiore, non facesse alcuno scalpore. Ciò dimostra che era la vicinanza delle classi disagiate a scatenare angosce nei riformatori.
Gli obiettivi della riforma in campo abitativo erano innanzitutto la richiesta di spazio sufficiente per ciascun abitante in termini di aria respirabile, in seguito si diffuse anche quella dell'abitazione su misura di famiglia, cioè un appartamento per ogni famiglia con la divisione delle stanze. Ciò doveva assicurare anche un miglioramento della moralità: non vi sarebbero più stati coloro che chiedevano alle famiglie operaie ospitalità per la notte, evitando così anche eventuali rapporti sessuali tra questi ospiti e i membri femminili della famiglia ospitante. Ciò permetteva di evitare il diffondersi di malattie e difendeva la moralità delle classi subalterne prive di pudore.
Rapidamente si espanse anche l'assistenza ai poveri gratuita che permetteva all'ospedale di liberarsi da quella fama di ospizio dei poveri che si era costituita, ed inoltre si diffuse l'assistenza sanitaria.
Nel settore sanitario in espansione due aspetti sono degni di attenzione.
In primo luogo il centro delle attività si spostò dalla prevenzione delle epidemie alla lotta contro la mortalità infantile. Le attività assistenziali si rivolsero ai bambini in età scolastica e ai neonati. Per i ragazzi al di sopra dei quattordici anni la questione era un po' più complessa. Essi infatti venivano percepiti come un problema poiché non avevano più il controllo dei genitori e si crescevano come una sorta di "gioventù metropolitana di teppisti arroganti e ribelli". Questo problema tuttavia caratterizzerà le città ancora a lungo…