Inurbamento e urbanizzazione
15.12.2013 22:49
Innanzitutto vi è una differenza tra inurbamento e urbanizzazione: l'inurbamento indica l'aumento quantitativo della popolazione urbana nell'insieme della popolazione nazionale; per urbanizzazione invece si intende quel processo di diffusione di una forma di vita urbana che include anche altri elementi di modernizzazione quali la burocratizzazione, la partecipazione politica o la diffusione di mezzi di comunicazione.
Nessuno di questi due processi in ambito europeo si è prodotto in modo parallelo, anzi a cavallo tra il XIX e XX secolo si riscontravano grandi differenze tra le varie zone dell'Europa. In Inghilterra e in Galles ad esempio possiamo trovare un grande sviluppo urbano che si rispecchiava perfino nella letteratura con romanzi come Oliver Twist; a confronto di questi paesi l'Europa continentale rimaneva nettamente arretrata. Il Belgio è l'unico paese che può essere messo a confronto con quelli del regno unito, in quanto qui il 37% della popolazione viveva nelle città. La vera spinta verso l'inurbamento però fu alla fine dell'800, periodo in cui crebbero velocemente le città in Germania, Italia, Belgio e Paesi Bassi, seguiti più lentamente da Francia e Spagna. Il processo di inurbamento fu quindi sempre più prodotto dalle grandi città, anche se in esse mutò ben poco l'ordine gerarchico. Questo grande sviluppo delle città fu causato da due fattori principali: la crescita della popolazione e lo sfrenato ritmo dell'industrializzazione. Per quel che riguarda i rapporti tra sviluppo industriale e inurbamento Werner Sombart avanzò delle considerazioni: il suo punto di partenza era la considerazione che "una città vive del surplus della produzione rurale, quindi le sue condizioni di vita sono dipendenti da questo prodotto in eccesso. La richiesta di eccedenze agricole della campagna da parte delle città poteva avere basi fondate sullo scambio di beni e servizi. Inoltre Sombart, nel suo ritratto della città pre-industriale, distingueva citta-produttrici e città-consumatrici: nel medioevo esistevano unicamente città del secondo tipo poiché i l'aristocrazia e il clero cittadino consumavano i loro possedimeti rurali utilizzandoli come rendite fondiarie; adesso invece è fondamentale il ruolo delle città produttive dominate dall'industria mineraria e da quella pesante. Egli riconosceva la loro enorme crescita alla tecnologia legata allo sfruttamento delle macchine a vapore.
La città industriale è la più propensa ad ingrandirsi, anche se un ruolo puramente creativo dell'industria lo troviamo solo dove vi erano industrie minerarie e metallurgiche: qui nacquero città del tutto nuove. Nel XIX secolo inoltre crebbero anche le città importanti per il commercio e l'amministrazione come Colonia o Dusseldorf . Lo sviluppo di una città era strettamente legato anche ai sistemi di trasporti che possedeva. Se in passato un ruolo centrale era occupato dalle vie d'acqua, adesso esso è stato occupato dalle ferrovie che permettevano una rapida via di comunicazione, le città dotate di questi servizi crebbero vertiginosamente, l'esempio è costituito da città come Stoccarda, Hannover o Dresda.
Un importanza non poco rilevante nella crescita delle città va attribuita anche all'immigrazione. I giovani ancora celibi, infatti si spostavano nelle città e mettevano su famiglia e figli che con la diminuizione del tasso di mortalità infantile contribuivano alla crescita demografica. L'immigrazione va però concepita assieme all'assidua emigrazione di alcuni individui dal territorio urbano: le città non erano affatto punti di arrivo, bensì si trovavano nel mezzo di un flusso migratorio dovuto alla gigantesca mobilità che coinvolgeva circa un terzo della popolazione urbana. Protagonisti di questi spostamenti erano i cosiddetti "immigranti di passaggio", cioè lavoratori stagionali come muratori che trovavano un occupazione temporanea nella città per poi abbandonarla. Ma da chi era costituita questa massa di emigranti? Erano più spesso uomini che donne, singoli, senza famiglia che si spostavano lasciandosi alle spalle distanze limitate per motivi conosciuti solo parzialmente.